31 dic 2014

PENSIERINI QUOTIDIANI 8

Martedì  30 dicembre 2014 - Dunque
Questa parola serve in genere a concludere un ragionamento ma, dato che al momento non ho proprio nulla da concludere, voglio iniziare lo stesso con un bel "dunque". Oltretutto è una parola che mi piace, è una parola che, anche se priva di un significato specifico, dà un certo tono a chi la usa. E' una parola che riveste un'aura di mistero in quanto congiunge (bella forza, non per niente è una congiunzione) concetti di diversa natura per poi rivelare incognite conclusioni. 
Dunque "dunque". Banalmente, è l'ultimo giorno del 2014 e, vi dirò, questa constatazione non mi turba più di tanto. Il famigerato evento del capodanno mi trova del tutto preparato. Qualsiasi prevedibile manifestazione di demenza collettiva sarà da me benaccetta e sopportata con indulgenza. Insomma gli accadimenti che aspetto per l'ultima notte dell'anno non saranno per me, come dovrebbero, inesauribile fonte di stupore e meraviglia ma il previsto consumarsi, in un momento di stupidità collettiva, della seconda e penultima iattura (la prima è il Natale, la terza è l'Epifania) di queste festività natalizie. 
E' così, fermo e cosciente nell'attesa dello scatenarsi degli eventi, assisto sbracato sul divano del salotto a quello che può definirsi l'inizio di una commedia dell'assurdo. Constato, penso, osservo e registro. Fortunatamente, apprezzata nota di normalità, il gatto di casa ronfa beato e incosciente vicino a me. 

Mercoledì 31 dicembre 2014 - La guerra dei mondi
E'fuor di dubbio, l'anno che oggi finisce è trascorso all'insegna della guerra. E' una guerra che cova sotto le ceneri da secoli e che oggi è in un momento di massima visibilità. Due mondi opposti e complementari continuano a scontrarsi armi alla mano, due diversi modi di concepire il progredire degli uomini sono a confronto. E la cosa peggiore è che la competizione affonda le sue radici, non tanto in cause materiali, ma in  differenze politiche, sociali e religiose. Occidente e Oriente si battono sempre più palesemente per la supremazia ideologica.
A me sembra che questa cosa sia sottovalutata, sia presa, come si suol dire, sottogamba. Non vi è una sufficiente presa di coscienza da parte della pubblica opinione, non c'è una adeguata risposta da parte dei governi occidentali ma solo sporadici interventi militari dall'esito incerto se non nullo. Se queste modalità di affrontare il problema non cambiano la situazione tenderà ad aggravarsi e diventerà il problema numero uno per il prossimo anno e per gli anni a venire. 
L'ISIS, il neo stato islamico di recente formazione, con il dispiegamento della sua sua potenza militare, mediatica ed economica, ci sta dimostrando qualcosa di importante. Il conflitto, finora limitato alle aree mediorientali, potrà internazionalizzarsi e svilupparsi anche all'interno dei paesi occidentali. E' come un virus che si diffonde in territori finora esenti dal contagio e che possiede tutte le caratteristiche per diventare endemico. E tutto ciò è indiscutibilmente allarmante.

Giovedì 1 Gennaio 2015 - Il crinale
Certe volte ho l'impressione di una estrema transitorietà del nostro mondo. Il nostro modo di vivere, di pensare, di relazionarci, insomma il nostro modo di essere uomini e donne del ventunesimo secolo mi sembra salvaguardare con inutile perseveranza usi e costumi ormai obsoleti ma anche trovarsi sul punto di realizzare  un nuovo tipo di società con regole del tutto diverse. Siamo come sul crinale di una collina. Alle nostre spalle un paesaggio noto dal quale stiamo fuggendo e davanti, in una nebbia indistinta, un panorama dai contorni indefiniti.
I cambiamenti epocali non avvengono nell'arco di una umana esistenza ne in una sola vita si possono aver contezza di essi. Coloro che vivevano a cavallo tra il medioevo e il rinascimento sicuramente non si rendevano conto di quale straordinario momento stavano trascorrendo. Noi come loro. Ci stiamo lasciando alle spalle un'epoca con tutta la sua storia e stiamo scendendo il crinale. Ma la nostra meta non è chiara. Oggi il livello di insicurezza sociale, la perdita di fiducia nei governanti, l'ansia con la quale cerchiamo di indovinare come andrà domani, la caduta della propensione a impegnare capitali e risorse in nuove iniziative sono tutti sintomi che ci dicono come  il vecchio mondo non fornisca più alla gente quello di cui necessitano.
Le caravelle per il nuovo mondo sono partite ma siamo in mezzo all'oceano e all'orizzonte si vede solo una distesa di acqua. Il viaggio si presenta lungo e siamo lì in attesa che il nocchiero lanci il fatidico annuncio.....terra.....terra!

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